La vittoria di Milei è clamorosa solo per i media italiani (e non solo) che confondono i propri desideri con la realtà. Il risultato delle elezioni parlamentari argentine, che ha registrato un plebiscito per il presidente Javier Milei (il suo partito ha preso più del 40 per cento dei voti), era, al contrario, prevedibile. La sua vittoria è stata "clamorosa" come la vittoria di Trump alle presidenziali americane o l'affermazione della Meloni in Italia. Cioè "clamorosa" per quegli osservatori, giornalisti e intellettuali, che siedono nei salotti di Buenos Aires o New York e non conoscono la realtà. È incredibile come sia sempre la stessa storia. Identica. Milei, per i media, è il leader dell'ultradestra, estrema destra, e per alcuni, bontà loro, un ultraliberista. La sua mostrificazione, come si vede dai risultati, rappresenta un giochetto in cui non cade più nessuno. Se non i giornalisti. Evidentemente.
In pochi mesi ha messo a cuccia l'inflazione a tre cifre dell'Argentina, ha ridotto la povertà, ha fatto sì che si riaprissero i cordoni dei finanziamenti internazionali, ha azzerato il deficit e ha fatto segnare una crescita del Pil. Le cose sono andate a posto? Certo che no. Giorgia Meloni, a ragione, si lamenta dei superbonus di Conte e compagni, che pesano per 40 miliardi sui conti di una delle economie più importanti e solide del mondo. Pensate un po' voi cosa possa essere l'eredità, in Argentina, di decenni di peronismo rosso. Altro che superbonus: l'Argentina era tecnicamente fallita. E oggi improvvisamente leggiamo sui principali quotidiani italiani di "caos finanziario". Roba da non credere. Se non con le lenti del pregiudizio: clamorosa la sua vittoria, che invece era attesa, ma zero clamore per la sua drastica riduzione dell'inflazione, che nessuno si aspettava. Milei rappresenta un caso. Fa le cose che ha promesso. E ciò che promette, proprio grazie al disastro che ha ereditato, è dirompente. Quale leader politico mondiale è riuscito in meno di un anno a tagliare la spesa pubblica del 30 per cento? Ha ridotto pensioni, investimenti pubblici e salari del pubblico impiego; licenziato 50mila dipendenti pubblici. Chi ha liberalizzato al mondo quanto Milei? Via i sussidi ad energia e trasporti. Ciò che è possibile lo faccia il privato: costa meno, rende di più, e corrompe di meno. L'economia sta migliorando. Ma non basta. C'è molta strada da fare. Ma sapete chi vota Milei? Chi non è assistito, i più giovani, i piccoli imprenditori, i salariati privati che hanno buste paga uccise dall'inflazione. Il centro della grande città, invece, lo detesta. La sua è una ricetta durissima. D'emergenza. È fatta di due stadi: prima il dolore e poi il piacere. Ma per la sinistra mondiale è una minaccia mortale. Se dovesse avere successo, e lo sta avendo, sarebbe un colpo finale al marxismo in salsa sudamericana, che tanto affascina le piazze rosse europee.

