Picchiava le donne per strada. "Porta Venezia allo sbando"

Scritto il 28/10/2025
da Cristina Bassi

Arrestato senegalese rifugiato, aggrediva vittime casuali. Il centrodestra: "Ennesima violenza, città abbandonata"

«Mi auguro - interviene il deputato di Fdi, Riccardo De Corato - che questo straniero riceva (e la sconti) una pena severa e duratura e, successivamente, venga subito espulso e rimpatriato. I milanesi in città vengono spesso aggrediti ed il sindaco rimane sempre in silenzio. Le norme il governo le ha inasprite, ora tocca alla magistratura applicarle».

Così Laura Ravetto, responsabile del dipartimento Pari opportunità della Lega: «Ennesimo episodio di violenza gratuita ai danni di donne in una Milano sempre più allo sbando. Un giovane senegalese, già noto alle forze dell'ordine con decine di segnalazioni, ha aggredito sette passanti, provocando ferite gravi e traumi inaccettabili. Purtroppo, questi episodi continuano a verificarsi, spesso ad opera di persone arrivate nel nostro Paese senza alcun rispetto per le donne». Sono dure le reazioni politiche alla notizia dell'arresto di un 23enne senegalese, in Italia come rifugiato e con numerosi precedenti penali, che picchiava donne incontrate per caso in mezzo alla strada. Le aggressioni denunciate sono sette, commesse fra metà agosto e inizio ottobre nella zona che va dalla stazione Centrale a Porta Venezia. Ma la polizia crede che gli episodi siano anche di più, vista la serialità dei pestaggi. Il giovane prendeva sempre di mira donne sole e le picchiava senza motivo, in alcuni casi procurando ferite gravi. A una delle vittime ha rotto il setto nasale. L'uomo era già conosciuto nella zona di locali e movida con il soprannome di «calciatore» perché palleggiava sempre con lattine o altri oggetti. Soprattutto molti abitanti del quartiere ne avevano paura e prendevano strade alternative per non incontrarlo. Il 23enne da quando è in Italia è stato fotosegnalato 43 volte e ha fornito 11 alias.

Da tempo gli abitanti dell'area di Porta Venezia denunciano degrado e abbandono. Spiegava alcune settimane fa il Comitato Lazzaretto: «Come Comitato abbiamo cercato da sempre forme di collaborazione, di dialogo con l'Amministrazione comunale per fare un ragionamento collettivo e ritrovare la città, restituirla ai suoi abitanti, ridarle vivibilità; ci hanno snobbato con commenti caustici, ignorati o addirittura derisi rispondendo che questa era la Milano del futuro dove però proliferano dehors anche dove non ci sarebbe posto per metterli, bar, ristoranti, locali notturni, con folle di gente che resta per strada anche tutta la notte e che non permette ai residenti di dormire, tornare a casa, o anche solo guardare la tivù con la finestra aperta. Il presidio delle forze dell'ordine è decisamente più costante e puntuale, ma anche loro non possono certo fare miracoli per una situazione che è ormai degenerata in un humus in cui la microcriminalità, lo spaccio e l'abuso di alcol soprattutto tra i giovanissimi non possono che attecchire. E non solo qui in Porta Venezia, intendiamoci». A maggio i residenti avevano promosso anche un sit-in di protesta contro movida selvaggia, bivacchi e disinteresse del Comune.