L'evento de il Giornale "100 giorni a Milano Cortina 2026. Il racconto dei Giochi" ha riunito i due uomini che hanno trasformato la vision a Cinque Cerchi in realtà concreta. Sono loro le figure operative che fanno camminare la macchina dei Giochi: Andrea Varnier, Ceo di Fondazione Milano Cortina 2026, un veterano con una vita dedicata ai Giochi, dall’esperienza di Torino 2006 fino a oggi, e Fabio Massimo Saldini, nella duplice veste di Commissario straordinario per i Giochi e Ad di Simico, l'uomo da cui dipendono l'effettiva realizzazione di tutte le infrastrutture Olimpiche e il rigoroso rispetto dei tempi. Con Hoara Borselli dialogano sulla grande macchina operativa dietro i Giochi di Milano Cortina 2026.
"Siamo nella fase in cui diventiamo operativi. Stiamo entrando in possesso di alcuni siti e finalmente mettiamo in pratica quanto pianificato. Ci sono alcune opere che arrivano troppo a ridosso ma stiamo procedendo nei tempi previsti. I Giochi iniziano il 6 febbraio alle ore 20 e saremo pronti", ha spiegato Varnier iniziando il suo intervento, sottolineando anche che "Questo progetto è partito quando l’Italia è rimasta chiusa per due anni: questo ha avuto un impatto. Per due anni non c’era interesse per organizzare i Giochi: i prezzi aumentati, l’inflazione, le guerre".
Per quello che è il progetto di mettere insieme città e regioni, ha spiegato Varnier, "è una visione nuova e sostenibile: i Giochi che si adattano ai territori e non viceversa. Un’idea vincente ma perché si è fatta una scelta precisa che però dal punto di vista dell’organizzazione pone degli ostacoli. Siamo pionieri e credo sarà il futuro dei Giochi invernali: dopo di noi saranno in Francia nel 2030 con lo stesso modello. È un modello importante che sperimentiamo per la prima volta, anche per quelle che sono le aspettative dei clienti internazionali, che per i Giochi dovranno fare più strada".
Saldini ha, invece, aggiunto che "in 19 mesi abbiamo messo mano ai progetti conquistando la fiducia, aprendo i cantieri ed eseguendoli, facendo le varianti in corso d’opera e stiamo iniziando a omologare". Sono stati poi snocciolati alcuni numeri fondamentali: 3,4 miliardi di investimenti, 51 interventi infrastrutturali, 47 interventi sportivi. Rispondendo alle polemiche sulla pista da bob, ha aggiunto Saldini, "sono arrivato ed era previsto un investimento di 160 milioni e io chiuderà la pista con 31 varianti, nessun costo e 141 milioni in meno di quanto previsto: un miracolo. È la pista più bella del mondo: cosa ne faremo? Faremo una pista da bob. È un’opera sportiva e come tale andrà sostenuta. Io realizzo opere di eredità che sono più profittevoli di quelle sportive".
La dicotomia tra pubblico che costruisce ed entità privata che realizza i Giochi, ha aggiunto Varnier, "è una scelta fatta alle origini: noi come Fondazione siamo un’entità privata. Metà del nostro budget è coperta da diritti televisivi, un’altra parte dai grandi partner internazionali e poi noi dobbiamo trovare il resto da partner domestici, come Enel, Ferrovie dello Stato e Fiera Milano. Poi la vendita di biglietti e merchandising. Noi lavoriamo in un contesto complesso e senza l’aiuto dei governi, soprattutto questo, e dei governi locali".

