C'è il semaforo verde del Parlamento europeo sul nuovo regolamento per la definizione dei Paesi "terzi" e dei Paesi "di origine" sicuri. Due punti chiave per la gestione dell'immigrazione e delle procedure accelerate di frontiera su cui ha puntato il governo Meloni con i centri in Albania.
Un progetto di fatto stoppato dai provvedimenti dei magistrati italiani, ma che la premier ha sempre rilanciato ("I centri funzioneranno"), contando proprio sul nuovo pacchetto europeo in dirittura d'arrivo. Ieri con i voti della maggioranza di destra - formata da Ppe e conservatori - è stata approvata la posizione negoziale, di cui è relatore Alessandro Ciriani, Fdi, per stilare la lista degli Stati sicuri di provenienza dei migranti - un elenco a cui si aggiungerebbero ora anche Kosovo, Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Marocco e Tunisia - e quella degli Stati terzi sicuri di transito, che possano farsi carico delle richieste di protezione internazionale, con la prospettiva di istituire dei "return hub". Per la premier, l'Italia è stata "apripista" in "soluzioni innovative, scelte nelle quali abbiamo creduto fin dall'inizio, perché siamo convinti che garantiranno procedure più rapide e certe".
Prevedendo nella lista dei Paesi sicuri anche Bangladesh, Egitto e Tunisia, la proposta consentirebbe all'Italia procedure accelerate di frontiera sulla maggior parte dei migranti in arrivo. L'elenco potrà essere ampliato o rivisto nel tempo. "Una lista comune consente di gestire le procedure di asilo in modo più rapido e coerente, senza eliminare l'obbligo di valutare ogni singolo caso individualmente. Si tratta di ripristinare la credibilità del sistema di asilo concentrando la protezione su chi ne ha realmente bisogno e garantendo decisioni più rapide nei casi in cui si applichi la presunzione di sicurezza", spiega il relatore Ciriani. Per il capodelegazione di Fdi Carlo Fidanza, l'approvazione definitiva darà "la possibilità di ripartire da subito con i trasferimenti dei migranti irregolari nei centri in Albania".
E ieri il Parlamento Ue, con la maggioranza Ppe e conservatori, già ribattezzata "maggioranza Giorgia", ha approvato la semplificazione del regolamento europeo sulla deforestazione, rinviandone al 30 dicembre 2026 l'attuazione. Per le micro e piccole imprese c'è un ulteriore cuscinetto fino al 30 giugno 2027. Non solo, si impegna la Commissione a valutare, entro il 30 aprile 2026, ulteriori semplificazioni. Un'altra posizione che, dice la premier, "l'Italia ha sostenuto" a tutela della "competitività delle nostre imprese".

