Giuseppe Conte tifa per Trump, Elly Schlein vuole la confisca degli asset russi. E Matteo Renzi sogna l'Ucraina in Europa.
Il campo largo si presenta con sei risoluzioni in Aula, per le comunicazioni del presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul prossimo vertice europeo. Sei testi che si smentiscono a vicenda in politica estera. È un big bang. Tutti contro tutti. La maggioranza va in Aula (prima alla Camera e poi al Senato) con una sola risoluzione, approvata, con 177 voti favorevoli e 123 contrari. Respinte le sei mozioni dei partiti di opposizione. All'alba di ieri, Elly Schlein e Giuseppe Conte cercano una mediazione almeno sul dossier Ucraina. Operazione fallita. M5s e Pd sono agli antipodi. Conte in Aula e nel testo della risoluzione appoggia (come il governo) il piano di pace di Trump. Il Pd nel testo lo contesta. Altro punto di rottura è la confisca degli asset russi. Il Ms5 dice no, mette nero su bianco il no all'utilizzo dei beni russi per la ricostruzione e la spesa degli aiuti militari. Il Pd invece apre. A quanto risulta al Giornale, quest'ultimo però è un risultato ottenuto dall'ala riformista dei dem. Nell'assemblea di ieri alle 8 e 45 a Montecitorio i riformisti impongono tre passaggi nel testo scritto da Peppe Provenzano e Alessandro Alfieri: il riferimento all'ipotesi di usare gli asset russi per le spese militari dell'Ue in Ucraina, sostenere con urgenza, in tutte le sedi europee competenti, la rapida approvazione e ratifica dell'Accordo di associazione tra l'Unione europea e il Mercosur e la difesa del giudice italiano Rosario Aitala su cui pende una condanna da parte della Russia. M5s e Pd non trovano la quadra nemmeno sul piano di difesa europea. I grillini lo bocciano. Il Pd invece appoggia l'idea di una difesa europea. Nel campo largo spicca la posizione di Italia Viva che mette agli atti la richiesta dell'ingresso in Ue dell'Ucraina. Mentre nella risoluzione di Avs non si vuole la Nato tra i piedi. È un suk, tra sinistra radicale, filo ucraini e pro Pal. A Montecitorio parlano i leader. Conte fa il trumpiano: "Prima la pensava (rivolgendosi a Meloni) come Biden, adesso come Trump, speriamo che non cambi più l'Amministrazione a Washington. Dopo le firme irresponsabili che avete messo, senza passare dal Parlamento, sul riarmo, stia attenta alle firme che mette a nome degli italiani. Sugli asset russi, perché la cosa è pericolosissima e sulla proposta di bilancio pluriennale che taglia risorse agli agricoltori per stanziamenti della Difesa" dice. "Non ve lo permetteremo. Nella vostra risoluzione non c'è scritto armi. Si parla di supporto multidimensionale. Le invierete queste armi? Siete proprio ipocriti". A rispondere al leader grillino ci pensa Elly Schlein che attacca Trump: "Per arrivare a una pace giusta che non è la resa alle ragioni dell'aggressore, ma è farsi carico di quelle dell'aggredito. L'ho sentita in questi giorni minimizzare i contenuti della nuova strategia di sicurezza nazionale di Trump. A me invece preoccupa molto e mi preoccupa molto il plauso di Putin a quel documento che contiene un attacco senza precedenti all'Unione Europea e minacci inaccettabili di interferenza nei nostri paesi".
Al Senato Matteo Renzi prova a buttare la palla nel campo del centrodestra, accusando il governo di divisioni sulla politica estera. Come il bue che dà del cornuto all'asino. Finale degno di una commedia.

