Mazda CX-30 torna a rinnovarsi nel 2025 con un intervento che, più che sull’estetica, agisce in profondità. Il design resta quello elegante e proporzionato che da sempre contraddistingue la crossover giapponese, ma sotto il cofano arriva una novità importante: il nuovo motore 2.5 litri Skyactiv-G M Hybrid da 140 CV. Un’unità che, pur non stravolgendo le prestazioni complessive, introduce un comportamento più pieno ai medi regimi e un’erogazione più fluida rispetto ai precedenti 2.0 da 122 e 150 CV. Un aggiornamento che conferma la filosofia unica Mazda, lontana dal downsizing (bensì “righ-sizing”) esasperato e ancora fedele ai motori aspirati ad alta efficienza, oltre ad un modo iconico, personale e originale nel progettare e realizzare vetture.
Design e dimensioni
Il linguaggio stilistico “Kodo – Soul of Motion” resta intatto, e anche dopo cinque anni dal debutto la CX-30 continua a essere una delle crossover più eleganti del segmento. Le linee pulite e scolpite giocano con la luce, creando superfici dinamiche e volumi armoniosi; strappa sempre uno sguardo quando la parcheggi e ti allontani. Lunga 4,4 metri, larga 1,8 e alta 1,54, mantiene proporzioni equilibrate e un look da coupé rialzata, con ampi passaruota protetti da plastiche a contrasto e fari sottili che accentuano la sportività del frontale. Dietro, il design rimane fedele all’originale, con gruppi ottici a LED dal tratto tridimensionale e un portellone ben raccordato con la forma della vettura. È grande e spaziosa, ma non sembra. La versione Takumi della prova enfatizza ulteriormente la raffinatezza estetica, grazie a cerchi da 18”, finiture brunite e un tocco premium negli accenti cromati. Il risultato è una vettura elegante, sobria e distintiva, capace di non passare inosservata pur senza ostentazione.
Interni e tecnologia
Salendo a bordo, la CX-30 continua a stupire per la cura dei materiali e l’impostazione minimalista. Nella versione Takumi domina la pelle nera con inserti in ecopelle marrone, che riveste braccioli, portiere e plancia, regalando un’atmosfera calda e sofisticata. I sedili anteriori, ampi e ben profilati, sono riscaldabili e regolabili elettricamente, mentre la seduta è studiata per ridurre la fatica anche nei viaggi più lunghi. L’infotainment, con schermo da 10,3 pollici, è ancora comandato tramite la rotella centrale: una scelta controcorrente, ma che continua a garantire ergonomia e sicurezza alla guida. Diventa “touch” solo in presenza di Apple CarPlay o Android Auto wireless: la compatibilità senza fili è però optional, per circa 159 euro.
La grafica rimane essenziale, ma le funzioni sono ora arricchite dall’assistente vocale Amazon Alexa, che consente di gestire non solo la navigazione o le chiamate, ma anche i dispositivi smart di casa. Completa il tutto un impianto audio Bose a 12 altoparlanti, di serie su questa versione, capace di offrire un’esperienza sonora di altissimo livello.
Lo spazio a bordo è ben sfruttato: davanti si viaggia comodi, dietro l’abitabilità è buona per quattro adulti, anche se il tunnel centrale limita un po’ il quinto passeggero, dato che esistono versioni a trazione integrale. Il bagagliaio da 422 litri (tra i migliori del segmento) è regolare nella forma e cresce fino a 1.398 litri abbattendo il divano posteriore, anche se la soglia di carico a 74 cm da terra non è tra le più pratiche.
Prova su strada
Il nuovo 2.5 Skyactiv-G M Hybrid porta in dote 140 CV e 238 Nm di coppia a 3.300 giri, migliorando sensibilmente la risposta ai bassi e medi regimi rispetto al vecchio 2.0. È un quattro cilindri che punta sulla progressività più che sulla brutalità: l’erogazione è lineare, accompagnata da un suono pieno ma mai invadente, mentre le vibrazioni sono praticamente assenti grazie ai due contralberi di bilanciamento. Apprezzabile la scelta del costruttore giapponese di voler continuare sulla progettazione e miglioramento dei motori a combustione, uniti sempre ad un piccolo modulo ibrido. La versione provata con cambio automatico a 6 rapporti si è dimostrata piacevole da utilizzare: gli innesti sono fluidi, precisi e inavvertibili. Seppur si tratti della scelta più gettonata per il nostro mercato, siamo convinti che il manuale a sei marce di serie riuscirebbe a valorizzare ulteriormente consumi e piacere di guida. L’automatico – nonostante risulti un selettore ben realizzato - non sempre è in grado di sfruttare al meglio la coppia e la progressione del nuovo 2.5, alle volte tenendo i giri troppo alti prima di inserire il rapporto successivo. E proprio l’elasticità del motore gli consente, in certi casi, di viaggiare bene anche con un rapporto in più, senza dover necessariamente scalare a quello inferiore. Le prestazioni sono discrete: 0-100 km/h in 9,7 secondi e una velocità massima di oltre 200 km/h.
In marcia, la CX-30 si conferma una delle crossover più equilibrate del segmento: lo sterzo è diretto quanto basta, il telaio è rigido ma non scomodo e la taratura delle sospensioni filtra bene le sconnessioni senza compromettere il controllo in curva. Il rollio è contenuto e l’auto mantiene sempre un comportamento rassicurante e prevedibile, seppur mai definibile come “sportivo”. Solo nelle riprese più energiche si percepisce una certa pigrizia tipica degli aspirati, compensata però da una risposta pulita e lineare, senza vuoti né strappi. Rispetto ai turbo compatti di oggi, bisogna accettare di avere a che fare con un’unità diversa, con dinamiche differenti e logiche da comprendere, ma non svantaggiose. Anzi.
Consumi ed efficienza
Il sistema mild-hybrid a 24 V assiste il motore termico nelle fasi di avvio e accelerazione, permettendo di contenere i consumi senza complicare la gestione della vettura. Nel ciclo misto dichiarato, la CX-30 2.5 M-Hybrid raggiunge 16,7 km/l, con emissioni di 135 g/km di CO₂. Nella nostra prova, il valore medio registrato è di circa 14,5 km/l, soprattutto nei percorsi extraurbani dove il 2.5 mostra il suo lato più efficiente. In autostrada, i miglioramenti rispetto al 2.0 sono evidenti, con una riduzione dei consumi fino al 7%, merito anche della rapportatura più lunga del cambio. Come prevedibile, soffre principalmente in città: i frequenti stop&go, le ripartenze e le accelerazioni portano il valore medio di consumo intorno ai 12 km al litro.
Allestimenti e prezzi
La gamma CX-30 è articolata in sei versioni: Prime Line, Centre Line, Homura, Nagisa, Exclusive Line e Takumi. Si parte da 28.450 euro per la Prime Line con motore 2.5, fino ai 36.050 euro della Takumi, da noi provata, completa di tutto: fari a matrice di LED, head-up display, guida semiautonoma e sedili in pelle. Per chi cerca un compromesso tra potenza e efficienza resta in listino anche la variante Skyactiv-X da 186 CV, a partire da 31.950 euro. Consigliamo però di visitare la rete del costruttore nonché il sito ufficiale, per non perdersi eventuali sconti e promozioni, spesso disponibili e particolarmente vantaggiose.
Mazda CX-30 continua così a distinguersi per la sua identità forte: non cede alla moda del downsizing, non punta sulla potenza fine a sé stessa, ma sull’armonia tra efficienza, comfort e piacere di guida. Un approccio maturo, razionale e coerente, che ne fa una delle proposte più equilibrate della categoria.

