Milei si (ri)prende il Paese. "Ora un'Argentina nuova"

Scritto il 28/10/2025
da Paolo Manzo

Netta vittoria nel voto di medio termine. La Libertà Avanza passa da 37 a 93 deputati, in Senato sale a 20 seggi. Trump: "Successo fantastico"

Con un risultato che ha spiazzato tutti i sondaggi della vigilia oltre agli analisti, Javier Milei l'altroieri ha stravinto le elezioni che rinnovavano metà della Camera e un terzo del Senato argentino, trasformandole in un plebiscito sulla sua gestione. Il suo partito, La Libertà Avanza (Lla), ha infatti trionfato in 16 province su 24, compresa quella di Buenos Aires, feudo storico del kirchnerismo, la versione chavista del peronismo.

Dal prossimo 10 dicembre, Lla diventerà dunque la prima forza in Parlamento, passando da 37 a 93 deputati, a cui si aggiungono gli oltre 20 seggi ottenuti dagli alleati del Pro dell'ex presidente Mauricio Macrì. Una base solida di almeno 113 seggi, ben superiore a un terzo dei 257 deputati, che consente a Milei di garantire l'efficacia dei suoi veti. In Senato, i libertari saliranno a 20 seggi, avendo conquistato sei delle otto province dove si è votato. Se l'affluenza del 67,8%, la più bassa dal 1983, ha confermato il trend da anni calante di partecipazione, nonostante il voto sia obbligatorio, il risultato ha confermato il consenso silenzioso degli argentini verso il progetto riformista di Milei, al solito sottovalutato dai sondaggi e da gran parte dei media italiani. Il presidente argentino ha salutato la vittoria parlando di "opportunità storica e irripetibile. Da oggi possiamo costruire un'Argentina diversa" in quanto "due argentini su tre non vogliono tornare al passato e vogliono liberarsi dello Stato inutile e del populismo". Milei ha annunciato una nuova stagione di riforme fiscali e del lavoro per ridurre tasse e modernizzare la contrattazione senza toccare i diritti acquisiti. "I sindacati sanno che il sistema non funziona più. Non voglio schiavi, voglio lavoratori registrati", ha aggiunto.

Il trionfo del leader libertario arriva in un momento delicato della sua presidenza grazie anche all'aiuto finanziario proveniente da Washington e, non a caso, Trump ha esultato definendo la sua vittoria "inaspettata e fantastica, ha ricevuto molto aiuto da parte nostra e ha vinto con un ampio margine. È una grande notizia anche per gli Usa". Milei ha ringraziato pubblicamente il presidente Usa e il suo segretario di Stato, Marco Rubio, "per la loro visione nel ridisegnare l'ordine geoeconomico occidentale". Una sintonia che, ha spiegato, "è fondamentale per difendere la libertà e combattere il narcoterrorismo che minaccia l'emisfero".

Anche Giorgia Meloni ha salutato il successo con un messaggio in inglese su X: "Congratulazioni, amico mio!", celebrando il "grande risultato". Sul fronte interno, il verdetto delle urne è inequivocabile: con Cristina Kirchner in carcere per corruzione, il kirchnerismo è stato ridotto al 31% e ha perso anche a Buenos Aires, dove l'ex ministra dell'Interno, Patricia Bullrich, ha superato il 50%. "Sono rimasti prigionieri delle loro categorie ideologiche", il commento ieri dei principali giornali argentini. "Il peggio è passato", ha assicurato Milei al canale tv A24. "Ora abbiamo il Parlamento più riformista della storia. È la consacrazione di un progetto che ha riportato fiducia e i mercati lo stanno dimostrando" ha concluso, con lo sguardo già alle presidenziali del 2027.