Il super missile russo irrita Trump. "Ora basta, Putin fermi la guerra"

Scritto il 28/10/2025
da Matteo Basile

Il tycoon replica duramente al test del razzo nucleare di Mosca. Appello di Zelensky: "Sanzioni utili, ma ci servono anche le armi"

La diplomazia di chi mostra più i muscoli. Altro che dialogo, sintesi e compromessi. Dopo che Donald Trump ha preso la pazienza e annunciato sanzioni pesanti contro la Russia, Vladimir Putin ha annunciato il super missile nucleare definendolo "invincibile". Non certo un caso. Ma la gara è anche a chi ha l'ultima parola e quindi Trump, dopo settimane di tentate trattative a vuoto, replica stizzito. "Vladimir Putin, dovrebbe mettere fine alla guerra, guerra che sarebbe dovuta durare una settimana e che ora si avvicina al quarto anno. È su questo che dovrebbe concentrarsi, invece di testare missili". Più che una replica un vero e proprio manifesto he certifica come il tempo delle parole tradizionalmente inteso sia finito.

Il presidente degli Stati Uniti ha evidentemente cambiato linea, stufo del tergiversare di Putin che sembra essersi preso gioco delle aperture di credito del tycoon. Che ribadisce come adesso intenda colpire Mosca per costringere la nascita di un reale dialogo di pace. "Renderò noto a tempo debito le nuove sanzioni contro la Russia, lo scoprirete", ha detto Trump. Di contro il Cremlino fa spallucce e spiega le ragioni per cui ha testato il nuovo super missile, come sempre con quel mix di menzogne, mezze verità e propaganda che sempre fa parte delle comunicazioni ufficiali russe. "Il test del Burevestnik, un nuovo missile russo da crociera a capacità nucleare in grado di eludere i sistemi di difesa esistenti, riflette la determinazione di Mosca a tutelare i propri interessi legati alla sicurezza", ha detto il portavoce del Cremlino Dimtry Peskov. "Garantire la sicurezza è una questione vitale per la Russia, soprattutto alla luce del sentimento militarista che stiamo attualmente vedendo, principalmente dagli europei", ha aggiunto, ribadendo la narrazione secondo cui è l'Europa cattiva che minaccia la Russia e non la Russia stessa che ha invaso un o stato sovrano e porta avanti una guerra da quasi quattro anni.

Nel mezzo di questa sfida dialettica, ma non solo, che potrebbe essere comunque decisiva per le sorti del conflitto, c'è L'Ucraina. Mentre continuano senza sosta i raid contro le città che quasi sempre finiscono con il colpire civili innocenti, il presidente Volodymyr Zelensky, forte delsotgeno europeo, pensa a come arrivare alla pace. "Il piano per la tregua sulla falsariga di quello per Gaza, sarà entro 10 giorni ma Putin non lo accetterà", ha detto il leader di Kiev, che ha anche anticipato parte dei contenuti di quanto stabilito con il gruppo dei Volenterosi. "Su tutti un piano per il cessate il fuoco. Abbiamo deciso che ci lavoreremo nel corso della prossima settimana", ha detto. Nonostante lo scetticismo sulla reale volontà di Putin di sedersi a un tavolo e trattare, Zelensky è convinto che l'unità occidentale nel sanzionare Mosca farà la differenza. Ma non basta. "Le sanzioni sono una delle armi, ma servono anche missili a lungo raggio. Il presidente Trump teme l'escalation, ma se non ci saranno negoziati, l'escalation ci sarà comunque. Se Putin non si ferma, dobbiamo avere qualcosa per fermarlo", ha detto Zelensky. Un cinico realismo, in un contesto di diplomazia ad altissima tensione.