Sei febbraio 2026, ore 20. A cento giorni da quel momento, che darà inizio ai Giochi invernali di Milano-Cortina 2026, le lancette del tempo sembrano correre veloci, più del solito.
Nell'attesa che il braciere olimpico si accenda, la minuziosa e certosina organizzazione dell'evento avanza con successo. "Entriamo finalmente nella fase operativa e per il grande giorno sarà tutto pronto.
"L'idea di realizzare dei Giochi diffusi, che abbracciano diverse città e due regioni, si è rivelata vincente perché ha portato a una visione nuova e sostenibile: la manifestazione si adatta ai territori e non viceversa", ha sottolineato Andrea Varnier, amministratore delegato di Fondazione Milano Cortina 2026, durante l'evento organizzato ieri da Il Giornale nel capoluogo lombardo. Intervistato da Hoara Borselli, poco prima del colloquio con Fabio Massimo Saldini, commissario straordinario del governo per Milano-Cortina 2026 e Ceo di Simico, il top manager ha spiegato come l'approccio italiano abbia fatto da apripista. "Questo sarà il futuro dei Giochi invernali: anche la Francia, nazione ospitante nel 2030, ha seguito lo stesso modello", ha detto. Fondamentale per il buon funzionamento della macchina organizzativa si è rivelata anche la sinergia tra privato e pubblico. "Una scelta fatta alle origini, dopo la candidatura.
La Fondazione è un'entità privata che lavora in un contesto complesso, per questo è importante il supporto del governo, che abbiamo sentito vicino", ha detto Varnier.
Al riguardo, è stato lo stesso Saldini a mettere a fuoco il lavoro svolto per conto dell'esecutivo. "In 19 mesi abbiamo aperto cantieri e messo a punto varianti in corso d'opera con un investimento complessivo di 3,4 miliardi per 51 interventi infrastrutturali e 47 di carattere sportivo".
Poi una puntualizzazione sulla pista da bob di Cortina, al centro di polemiche: "Doveva costare 160 milioni, io la chiuderò con 31 varianti di progetto e con 42 milioni risparmiati rispetto a quanto previsto".
I Giochi di Milano-Cortina, ha rimarcato Saldini, saranno sostenibili "dal un punto di vista finanziario, ambientale, legale". Non solo, saranno un modello per le future grandi opere anche sotto il profilo della trasparenza. Ma un fattore altrettanto decisivo, ha concluso Varnier, sarà quello umano: "Avremo volontari e pubblico giovani. Italia, Germania e Usa stanno trainando le vendite dei biglietti, per le quali proprio ora entriamo nel periodo più propizio". Le olimpiadi sono anche una festa.

