Attilio Fontana, governatore della Lombardia, è uno degli attori principali nel rendere il sogno a cinque cerchi una realtà concreta. Queste Olimpiadi "Milano Cortina 2026" le ha volute, le ha difese e ha contribuito a realizzarle. La Lombardia ne sarà il cuore pulsante. Si è raccontato in una lunga intervista ieri mattina all'evento del Giornale.
Presidente, una curiosità personale: qual è il giorno zero del concepimento delle Olimpiadi?
"Lessi sui giornali la notizia che io ero stato individuato dal centrodestra come possibile candidato alle elezioni del 2018. La stessa sera mi telefonò Giovanni Malagò e mi disse: siamo pronti qui per fare le Olimpiadi, impegnati, mi raccomando".
Quindi è lì che si è avuta la prima notizia che la possibilità di candidarci alle olimpiadi era reale.
"Malagò è stato molto esplicito in più occasioni: Se vogliamo essere onesti se non c'erano Fontana, Zaia e Sala, queste Olimpiadi non si sarebbero fatte. Per non parlare di Giorgetti, l’unico nel governo di allora che ne ha sempre sostenuto la realizzazione. Oggi nel governo Meloni è quello più impegnato a risolvere le criticità che si presentano".
Perché non cita altri?
"Non ha citato altri perché effettivamente questa è stata una organizzazione di Giochi Olimpici anomala, nel senso che è la prima Olimpiade che è stata presentata ed accettata soltanto da due Regioni".
La Lombardia e il Veneto?
"All'inizio c'era il Piemonte. Poi la Appendino all'improvviso si ritirò. A quel punto il governo Conte disse: Beh, se non ci sono tutte e tre le sedi, noi ritiriamo il sostegno. Stavano per scadere i termini per la candidatura".
E poi?
"Ricordo un lunedì mattina, ero alle porte di Milano, chiamai Luca Zaia e gli dissi: Luca, e se facessimo noi una roba un po' da matti come la candidatura senza sostegno del governo?".
Zaia cosa rispose?
"Iniziammo a controllare se c'erano i soldi nei bilanci, e le condizioni per poterlo fare. Ci sentimmo nel pomeriggio: tutto funzionava, c'erano tutte le condizioni. Il mercoledì riuscimmo a presentare il dossier da soli".
Ci sono tante cose che legano il Veneto e la Lombardia, però è evidente il fatto che sono due regioni da tempo governate dalla Lega. Dunque, sono le Olimpiadi della Lega?
"Sono le Olimpiadi sicuramente di chi crede nei territori, di chi crede nell'autonomia, di chi crede nei singoli popoli, nelle singole comunità, di chi crede che la sussidiarietà sia un valore, di chi crede che le scelte fatte a livello locale siano migliori e più rapide delle scelte fatte a livello nazionale. Di chi crede che l'autonomia e il federalismo saranno il futuro, perché ci si arriverà sicuramente, nonostante tutti i tentativi che si stanno facendo per ammazzare la riforma".
Parliamo dei soldi che devono essere spesi: sono cifre che fanno un po' tremare i polsi. Ha mai avuto paura che qualcuno le potesse dire: li stai buttando via?
"Beh, li stai buttando via lo dicono sempre, perché quando non si hanno motivi per attaccare si cerca di trovare un pretesto. Per esempio mi dicono: Ma molte opere verranno concluse dopo?. È vero, molte opere verranno concluse dopo, ma sono opere non essenziali per il funzionamento dell'Olimpiade. Noi abbiamo deciso di investire: all'ottanta per 100 per strade e ferrovie, migliorando i collegamenti. Sono tutte richieste che venivano fatte dal territorio da decine di anni. L'Olimpiade è stato un acceleratore, sono state il mezzo attraverso il quale mettere all'ordine del giorno opere che dormivano".
Almeno all'apparenza, ma credo anche nella sostanza, lei e il sindaco Sala su questo dossier avete collaborato davvero.
"È stata una collaborazione politica nell'interesse del territorio. In Regione Lombardia si sa essere concreti, si sa essere fattivi prescindendo dai partiti di appartenenza. Poi dopo ci si scanna sulle questioni politiche, ma quando una scelta serve al territorio ci si mette d'accordo. Così come qui si collabora tra pubblico e privato".
Lei che futuro immagina dopo le Olimpiadi?
"Io credo che la Lombardia dalle Olimpiadi riceverà un'ulteriore stimolo, un'ulteriore spinta per continuare ad essere quello che è stata fino ad oggi: il motore di questo Paese e uno dei motori d'Europa"
Senza l'autonomia sarà possibile?
"È chiaro che sarà tutto più difficile, sarà molto più difficile. Io confido molto sui lombardi. I lombardi sono molto bravi, ma hanno il difetto anche di essere un po' troppo buoni, per cui accettano sempre che qualcuno decida per conto loro da Roma".
In questi giorni il Parlamento dovrebbe approvare la riforma della giustizia, che è la prima vera grande riforma che questo governo porta a casa. E forse non solo questo governo. Che cosa ne pensa?
"Fatta questa, che è sicuramente la madre delle riforme, poi bisognerà continuare a rivedere la giustizia. Non è che basti questa cosa".
E per la riforma dell'autonomia?
"Per quanto riguarda l'autonomia è chiaro che la procedura è farraginosa. Stiamo avvicinandoci alle preintese che verranno mandate alle commissioni del Parlamento, le quali potranno fare le loro osservazioni. A quel punto sottoscriveremo noi con il governo le intese e tutto tornerà al Parlamento perché approvi o respinga l'autonomia".
Grazie per aver partecipato a questo incontro, grazie per quello che ha fatto fino adesso per le Olimpiadi e grazie per quello che farà nei prossimi 100 giorni per farcele godere.
"Grazie al Giornale che riesce a portare avanti i discorsi di libertà, di giustizia, che forse da una certa parte di questo Paese si vogliono cancellare. Ma voi siete un presidio ineludibile, andremo avanti".

