Continua a tenere banco in città la polemica sulla paralisi dell'urbanistica e soprattutto sul mancato Salva Milano, la legge che nel luglio 2024 si arenò in Senato per via del veti incrociati di alcuni esponenti del centro destra e del centro sinistra e che avrebbe potuto risolvere la questione dell'urbanistica milanese. Un mese fa circa Letizia Moratti a capo della Consulta nazionale di Forza Italia ha lanciato un «Patto per Milano» tendendo una mano all'amministrazione Sala per tirarla furi dalle sabbie mobili della delibera sulla vendita di San Siro e sul Salva Milano.
Tre settimane fa è arrivata dai senatori azzurri una nuova proposta di legge, depositata in Senato, che punta a sbloccare i 170 progetti congelati dalle inchieste giudiziarie, grazie questa volta a un commissario, figura super partes ma con pieni poteri. Questa figura terza potrebbe portare avanti le pratiche in attesa di timbri, risposte, correzioni da parte degli uffici, restituendo slancio a Milano, anche in termini di immagine, facendo ripartire il settore e gli investimenti e ridando speranza alle 4.500 famiglie sospese.
Ieri il vicepremier e ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini è tornato sul tema: «In campo urbanistico la legislazione è ferma agli anni '70 e anche sugli standard urbanistici scontiamo un cinquantennio sugli aggiornamenti, poi è chiaro che a Milano c'è un problema nel problema, abbiamo l'elefante in cristalleria. Il settore è drammaticamente fermo. Chi va a autorizzare qualcosa con un fronte di incertezza aperto..?» ha detto polemico intervenendo al Green Building Forum a Palazzo Lombardia. «Si è parlato per mesi del cosiddetto Salva Milano - ha proseguito - sono abituato a guardare avanti e non indietro. Con i se e i ma...però certo, se si fosse scelta la strada di compromesso probabilmente avremmo evitato qualcosa». Per quanto riguarda invece il Piano Casa, che non è finanziato, l'idea di Salvini è quella di coinvolgere le banche chiedendo dei fondi, grazie a un bilancio da 112 mliardi. «È vero che stiamo lavorando a un Piano Casa - spiega - è vero che abbiamo messo con la Legge di Bilancio dell'anno scorso 660 milioni di euro per i primi progetti pilota, ma il problema e l'ho detto anche alla premier è che questi denari sono disponibili dal 2027 in poi, io ho bisogno di utilizzarli dal 2026 per una progettazione»ha spiegato.
Non perde occasione di polemizzare Anna Scavuzzo, vicesindaco con delega all'Urbanistica: «Le esigenze del Piano Casa sono tante e diverse. Noi intanto abbiamo bisogno di affrontare tutto quello che è il nodo urbanistico a Milano e non solo, perché vediamo come anche altre città italiane stanno affrontando criticità simili rispetto a quelle che sono emerse negli ultimi mesi - ha detto-. Certamente lo stiamo affrontando facendo alcune modifiche un po'straordinarie rispetto a quelle che sono regolamentazioni e norme a livello locale. Il mercato ha bisogno anche di vedere che la città si è ripresa» ha concluso.