A dettare la linea italiana sul green deal è direttamente Giorgia Meloni con un messaggio al Green Building Forum di Milano: "Vogliamo abbandonare quell'approccio ideologico che ha caratterizzato finora la stagione del green deal europeo, e abbracciare un pragmatismo serio, ancorato al principio di neutralità tecnologica". "È la strada che abbiamo sostenuto nell'ultimo Consiglio europeo - aggiunge - e che continueremo a perseguire con costanza e determinazione, perché non riteniamo che siano nell'interesse dell'Italia e dell'Europa sostenere ulteriori iniziative controproducenti. Serve un deciso cambio di passo, per difendere davvero l'ambiente e sostenere lo sviluppo economico". Le parole della premier arrivano nello stesso giorno in cui trapela la bozza europea di compromesso sul clima. Secondo il documento la Commissione Ue guidata da Ursula von der Leyen (nella foto) dovrebbe calibrare "ogni due anni" la traiettoria di taglio delle emissioni fissato al 90% entro il 2040 con la possibilità di "rivedere, se necessario" l'intero target climatico e, al tempo stesso, mettere in discussione il contributo del 3% in crediti internazionali. Il contenuto del testo verrà discusso domani e venerdì dagli ambasciatori dei Paesi membri in vista dell'accordo politico al Consiglio Ambiente del 4 novembre e la valutazione dovrebbe basarsi su "recenti evidenze scientifiche, progressi tecnologici e sfide per la competitività".
Intanto al Consiglio agricoltura e pesca il commissario Christophe Hansen annuncia che la Ue proporrà "un nuovo strumento" di "riduzione dei rischi della transizione sotto forma di un pagamento forfettario fino a 200mila euro" per le aziende agricole per la transizione verso sistemi di produzione più sostenibili. Si tratta di correttivi all'impalcatura verde europea le cui criticità iniziano a essere evidenti, non a caso il Green Building Council Italia ha lanciato l'allarme sulla mancanza di 15mila esperti in vista della presentazione entro la fine dell'anno della bozza del programma di ristrutturazione del proprio parco immobiliare come stabilito dalla direttiva Case green. "Serve un cambio di passo a Bruxelles - commenta il ministro delle imprese Adolfo Urso -, un'offensiva contro l'impostazione ideologica del green deal che sta condizionando la crescita e la competitività del nostro continente. Serve agire ora!" Ancora più netto il Ministro per gli affari europei Tommaso Foti: "Il green deal europeo non è stato un incidente: è un piano ideologico studiato con l'obiettivo di deindustrializzare l'Europa. Gli obiettivi che propone non sono realizzabili nella realtà eppure vengono perseguiti con una precisione quasi persecutoria". Come dargli torto, l'auspicio è che pure a Bruxelles cambino finalmente rotta.